Asporto: il retroscena
Riceviamo e pubblichiamo (ringraziando)
“L’originalità del menù, il gusto, l’impiattamento, gli ingredienti di prima qualità. Tutte cose importanti, certo.
Ma diciamo la verità: tanti blasonati chef cascano sull’ovvio, ovvero far arrivare al cliente la pietanza calda. Se ciò non avviene, l’errore si può facilmente mascherare ai meno esperti, sentenziando che “si deve mangiare proprio così!”.
Ma non ci casca nessuno se – incubo degli incubi – lo chef inciampa sul Pericolo Numero 1: la pietanza bruciata. O peggio – orrore! – la pietanza scotta.
Non pensate sia facile evitare gli errori più banali, soprattutto quando devi dar da mangiare a più di una persona. A dieci, 20, 30, 40 e più persone!
E qui non c’è spazio per i pivelli e gli sprovveduti: i 20, 30, 40 coperti devono arrivare:
- puntuali
- caldi
- ben cotti
Tutti, nessuno escluso.
Per questo sono rimasta letteralmente a bocca aperta (e non era solo fame…) quando l’Ultimo dell’anno sono andata alle sette di sera da Guidotti a ritirare quel che avevo prenotato.
Undici portate tra antipasti, primi e secondo. Undici piatti tutti diversi tra loro.
Temevo, abituata altrove, che qualcosa arrivasse freddo, quantomeno tiepido.
Rischiavo di dovere aspettare per lunghi minuti la “spalla di porcellino al marsala”, intanto che era già arrivato il tortello con pancetta e noci.
Avevo messo in conto che – nel marasma delle decine di prenotazioni che Guidotti doveva accontentare – qualcosa mi sarebbe arrivato scotto. Quantomeno stopposo.
Invece no.
Invece era tutto perfetto. Ineccepibile.
Era tutto:
- puntuale
- caldo
- ben cotto
E, ovviamente, buonissimo”.
Maria Z.